“Caffè Sospeso” è la rubrica che vi regala una piccola pausa. Seduta in un immaginario Caffè vi racconto pensieri, viaggi, emozioni.
Cari amici Utopici, ho una domanda da farvi: quale sarà il ricordo indelebile di questa estate? Il mio ha nomi e cognomi!
Ho chiuso gli occhi e ho baciato questa meravigliosa luce, crogiolandomi nell’ultimo caldo di fine estate. E’ stato un attimo, giusto il tempo di veder arrivare il mio caffè. Ho ripetuto la frase che mi ha accompagnato in questi mesi: “Stay Gold“. Sono le parole che chiudono “Outsiders” di S.E. Hinton, un libro letto anni fa che ho regalato di recente a mio figlio. Esiste una versione cinematografica del 1983 che vede nel cast, tra gli altri, dei giovanissimi Ralph Macchio, Patrick Swayze, Rob Lowe, Emilio Estevez, Tom Cruise, Matt Dillon e Diane Lane. La colonna sonora è firmata da uno struggente Stevie Wonder con “Stay Gold”, parole che chiudono il libro e che rispondono con slancio e saggezza giovanile a Robert Frost:
In Natura il primo verde è dorato,
e subito svanisce.
Il primo germoglio è un fiore
che dura solo un’ora.
Poi a foglia segue foglia.
Come l’Eden affondò nel dolore
Così oggi affonda l’Aurora.
Niente che sia d’oro dura.
Restare d’oro, questo sì che è un obiettivo utopico… sarà per questo che l’idea mi affascina, anche se il compito diventa di anno in anno più arduo. Eppure è stata proprio la luce dorata di Palazzo Colonna a Roma a inondami di Arte, Poesia e Amicizia.
Il mio ricordo inizia sul treno che viaggia a 300 Km orari. Sono seduta nel posto singolo intenta a guardare gli aggiornamenti dei social, quando la foto di Giuliano Grittini a Roma attira la mia attenzione. Il resto è stato l’inizio delle coincidenze positive di quel giorno: il suo treno, il mio treno e quegli appuntamenti stupendi che possono nascere solo sotto il segno del caso e della Poesia. E’ così che ho raggiunto la Coffee house di Palazzo Colonna in un tardo pomeriggio di luglio, trovandomi completamente pervasa dalla luce dorata che inonda la sala. Luce riflessa ed esaltata dall’oro delle opere di Grittini, sfiora i volti delle sue grandi icone, Marylin Monroe e Alda Merini, e le restituisce a noi in tutta la loro sconvolgente bellezza. Nei suoi “ritratti emozionali” Grittini riesce a sospendere il tempo dell’abbandono e della morte, prolungando la voluttuosità dei baci di Marilyn e l’enigma misterioso dello sguardo acquoso e immortale di Alda Merini. E’ stato proprio il nostro “Angelo pazzo” a farci incontrare, ricomponendo quel sottile percorso artistico che ha unito il popolo di “orfani” legati alla poetica meriniana. Una velina sottile, sottile come le trasparenze che Grittini accumula sulla carta, sui volti, sulle parole, sulle immagini, fino a restituirne un armonioso affaccio sul cuore dell’Icona e dell’Artista.
Restituirvi appieno quell’atmosfera “dorata” non è semplice, ma provate a immaginare la consapevolezza di essere nel posto giusto per il motivo giusto quando, approfittando di una piccola pausa, mi sono seduta sulla panchina di un terrazzo attiguo insieme a Grittini (un terrazzo dove non c’era alcun vaso di fiori) a parlare della mostra e dei progetti futuri, continuamente interrotti da una piccola “ape furibonda” che continuava ad abbracciarci con il suo ronzio, senza mai diventare molesta.
E’ questo il ricordo che cullo e custodisco gelosamente, un ricordo che ha nomi e cognomi: Giuliano Grittini, Marylin Monroe, Alda Merini e Michele Crocitto organizzatore della mostra e straordinario padrone di casa che ha saputo accoglierci in modo impeccabile.
Grazie Maestro per questo indimenticabile caffè…