Ringrazio Corrado D’Elia per avermi autorizzata a pubblicare questo articolo
“Ci sono famiglie potenti, si sa, anche in teatro, famiglie capaci di intercettare consensi, di indirizzare la stampa, avere in gestione spazi, attirare soldi pubblici e attenzione dai media. Ma ci sono esempi talmente eccessivi da risultare stucchevoli e a volte ridicoli.
Capita così per esempio, con regolare, ridondante frequenza, di incappare nel nome di TERESA POMODORO, come si capisce rampolla di prestigiosa famiglia, scomparsa purtroppo prematuramente qualche anno fa, ricca sorella di Livia Pomodoro, presidente che io stimo del Tribunale di Milano. Teresa, che come tanti attori milanesi ho conosciuto qualche anno fa non è mai stata, pur ostinandosi a farlo, ne un’attrice ne tanto meno una drammaturga di spessore. Sono famosi tra gli attori i racconti degli “spettacoli” o delle letture della Pomogold, come veniva chiamata Teresa… racconti da lacrime agli occhi…. Nessuno ha mai pensato che la Pomogold fosse un genio… gli attori ci lavoravano per raggranellare qualche soldo ….tutto qui…. Eppure, incredibilmente, il suo nome è riportato con fanatica, stucchevole, presuntuosa regolarità dai giornali. Nel domenicale del SOLE24 di oggi per esempio compare un articolo a lei dedicato a firma di Camilla Tagliabue in cui viene definita “luminosa drammaturga”… un appellativo che neanche Pasolini ha mai avuto!!!! Più adatto ad un dittatore coreano che a un uomo di teatro… Tralascio i passaggi ridondanti dell’articolo di cui basta dire che chiude raccontando la “vocazione” di Teresa per cui “il teatro è rito culturale e sul palco si riattualizza la presenza luminosa dell’anima che crea”!!!! Ricordo, terminando il mio punto di vista, che ahinoi, c’è anche un premio del Comune di Milano a lei dedicato. Nulla da ridire sul fatto che esista un premio per le giovani vocazioni, merito al Comune di Milano, ma da qui a intitolarlo a chi, a mio parere, pur colpita da tardiva vocazione e disponendo di conoscenze e ricchezze in nulla eccelleva teatralmente su altri, mi sembra terribile e ingiusto.”
©Corrado D’Elia