Marquez non allena la Roma

“Allora saltò oltre per precorrere le predizioni e appurare la data e le circostanze della sua morte. Tuttavia, prima di arrivare al verso finale, aveva già compreso che non sarebbe mai più uscito da quella stanza, perché era previsto che la città degli specchi (o degli specchietti) sarebbe stata spianata dal vento e bandita dalla memoria degli uomini nell’istante in cui Aureliano Babilonia avesse terminato di decifrare le pergamene, e che tutto quello che vi era scritto era irripetibile da sempre e per sempre, perché le stirpi condannate a cent’anni di solitudine non avevano una seconda opportunità sulla terra”. (Cent’anni di solitudine)

 

Scrivere coccodrilli in occasione della dipartita di un personaggio di spicco è poco utopico e molto retorico. Quando però ti rendi conto che alcuni non capiscono che questa è una battuta…

 

allora forse mi viene da pensare che conoscere Marquez…Gabriel Garcia, non Marc un po’ utopico lo sia. Premessa di base:

Gabriel Garcia Marquez  NON allena la Roma, quello è  Rudi Garcia

Gabriel Garcia Maquez NON svernicia nessuno nel Moto GP, quello è Marc Marquez.

 

Gabriel Garcia Marquez scriveva, no non sulla Gazzetta dello Sport Colombiana. Scriveva quella cosa inutile che è la Letteratura, quella roba che non riempie gli stadi e non sposta una città ad ogni tappa del  Moto Gp, quella roba tanto inutile che si diffonde in tutto il mondo che smette di essere Colombia, America, Italia e diventa “Patrimonio dell’umanità” .

 

Quelle parole inutili tipo queste.. solo per citarne alcune

Cent’anni di solitudine

  • Non immaginava che era più facile cominciare una guerra che finirla.

  • Non si muore quando si deve, ma quando si può

  • Ma la sua buona intenzione fu frustrata dall’inflessibile intransigenza di Rebeca, alla quale erano stati necessari molti anni di sofferenza e di miseria per conquistare i privilegi della solitudine, e non era disposta a rinunciarvi in cambio di una vecchiaia turbata dai falsi incanti della misericordia.

  • La necessità di sentirsi triste si andava trasformando in lei in un vizio a mano a mano che la devastavano gli anni. Si umanizzò nella solitudine.

Diatriba d’amore contro un uomo seduto

  • E se non lo trovo [un nuovo amore], non importa. Preferisco la libertà di rimanere per sempre a cercarlo che l’orrore di sapere che non esiste un altro che io possa amare come ne ho amato solo uno in questa vita. Sai chi? Te stronzo.

  • Se c’è una cosa per cui il giorno del Giudizio Universale dovranno condannarti è che hai avuto l’amore in casa e non hai saputo riconoscerlo.

 

Informazioni su Laura
Laura persona, giornalista, speaker e blogger... utopicamente poeta
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