L’utopia viaggia in treno

Ormai il week end dell’immacolata è alle porte e siamo ufficialmente autorizzati, anche dalle più ferree tradizioni, a pensare al Natale. Natele è famiglia, prima di ogni altra cosa, o così ho sempre pensato. Famiglia è un concetto ampio e in evoluzione, ma restano dei capi fermi e intoccabili come i genitori e i figli ad esempio.

Molti stanno pensando di ricongiungersi con i cari, per qualcuno è un regalo fatto a se stesso, per altri una necessità inderogabile. Poter fare il Natale con i genitori anziani, lontani o correre dai figli per poter garantire una presenza fondamentale (se mancasse in quel momento sarebbe lacerante sia per chi aspetta, sia per chi non può muoversi) dovrebbe essere un diritto laico e un dovere religioso.

L’evoluzione del mercato ha dilatato e accorciato distanze, costretto a compromessi  maggiori pur di avere (o rincorrere) un posto di lavoro a discapito della famiglia. Tempi duri, sacrifici per tutti, questo lo capiamo. Certo è che la famiglia è il primo welfare e come tale va tutetala. Se guardiamo il problema da uno sterile punto di vista politico, figli che assistono i genitori o genitori che possono essere presenti nella vita dei figli, significherebbe anche  un abbattimento di costi sociali. Persone più assistite, meno stressate, osiamo pensare più felici, sono persone meno ammalate e meno bisognose di assistenza e cure.

Se la guardiamo da un punto di vista Utopico, come piace a noi,  la famiglia è l’unico bene certo rimasto. Ci sono legami che non possono (e non devono), prescindere dalle vicende umano-lavorative. Un genitore è genitore per sempre, un figlio è figlio per sempre, allora perchè non pensare di ridurre le distanze già abbastanza pesanti?

La mia proposta Utopica è che venga pensato un CARNET di tariffe che possa garantire ai parenti di primo grado, di ricongiungersi con i propri affetti senza dover pagare ogni volta il biglietto a tariffa intera o affrontare la roulette russa (raccontata tra poco dalla nostra Elisabetta Filippelli) delle offerte. Esistono già tariffe in tal senso per Sicilia e Sardegna, ma credo che al di sopra di un certo range di km, sia comunque troppo oneroso pensare di sostenere viaggi mensili per poter visitare e sostenere la propria famiglia.

Allora lanciamo questa provocazione, siamo così sicuri che tutti gli aerei che inquinano il cielo sopra le nostre teste siano pieni? Non possiamo davvero fare un passo in più? E i treni già stracolmi, davvero non possono pensare di aggiungere qualche vagone e migliorare i viaggi di tutti? Investiamo sulle certezze, investiamo sulla famiglia e non demandiamo sempre al traffico su gomma i nostri spostamenti.

prefazione e fotografie di Laura Defendi

 

L’Utopia viaggia in treno

di Elisabetta Filippelli

cadillac ranch(In foto Cadillac Ranch Amarillo, Texas)

Metti una sera di fine novembre. Metti che sei a casa e decidi con tuo fratello di dare un’occhiata ai treni per tornare a casa per le vacanze. Metti che pensi sia ancora presto. Metti che… metti quello che vuoi, nel mio mondo utopico posso scegliere il treno, l’orario e anche il posto dove sedermi, se finestrino o corridoio o, come piace a me, isolata. Peccato che il mio mondo utopico non corrisponda affatto alla realtà!

E così consulti per quasi un’ora i siti dei treni, e ogni volta che si aggiorna la pagina, nell’intervallo di pochi minuti, sparisce un treno, perché risulta tutto pieno, e allora bisogna pensare velocemente, correre sulla tastiera e acquistare quello che trovi, se vuoi partire.

Utopia è poter decidere in qualsiasi momento di voler viaggiare, senza preoccuparsi di non trovare posto, e soprattutto senza dover lottare contro il tempo.

Informazioni su Laura
Laura persona, giornalista, speaker e blogger... utopicamente poeta
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: