30. Caffè col matto

 

CAFFE’ COL MATTO

I’m one card shot of a full deck
I’m not quite the shilling
One wave short of a shipwreck
I’m not my usual top billing
I’m coming down with a fever
I’m really out to sea
This kettle is boiling over
I think I’m a banana tree
Oh dear, I’m going slightly mad

Ogni paese ha un bar. Ogni paese ha il suo matto. Puoi ignorarlo, lo puoi evitare… oppure puoi sederti accanto a lui e offrirgli un caffè.

Il matto è seduto accanto,
mi accoglie
con occhi bambini
stringe tra le mani tremanti
le sue quattro carte
“bada bene di un colore solo”

Un ballo di gesti quotidiani e perduti
una carezza che accompagna
e lenisce il vuoto che mi inonda.

Sorride e si allarga il cuore,
con l’entusiasmo di una prima vittoria
cala la carta: la matta!

Ha il cuore puro
e una storia pervasa
da normalità perdute,
voli mancati
atterrati in campi arati
da drammi assassini.

Mi porta nella sua vita
astratta e reale
e le emozioni trovano un ordine:
l’amore con i suoi gesti,
i sorrisi con le parole,
la musica con le emozioni.

Nel mondo del matto
le serate sono lievi
l’aria così tersa
che si possono contare i sogni
e la notte è buona
pervasa da un sonno dolce.

In un mondo di ostentata normalità
ritrovo il senso degli eventi
negli occhi del matto,
che sorride felice
e cala la sua carta:
una matta.

Al matto hanno rubato le ali
ma quando spiega le labbra
puoi volare lontano,
dove le nuvole restano a terra
e lo sguardo diventa infinito,
oltre i confini ristretti dai piedi pesanti
radicati nella normalità.

Nel mondo del dovere
il tempo scorre in fretta
e il caffè è durato un istante di eterno.
Pago il conto (pago sempre i conti)
e quando mi volto
il matto è scomparso.

Sul tavolo
un tovagliolo diventa poesia:
“Non volevo vederti andare via”
e lì accanto una carta:
una matta sorride piangendo
la sua bocca profuma di caffè.

©Laura Defendi, 2015

Informazioni su Laura
Laura persona, giornalista, speaker e blogger... utopicamente poeta
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